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Atto di indirizzo Contatto Area Istruzione e Ricerca
Si è tenuto al MIM l’annunciato incontro per l’informativa sull’atto di indirizzo per il rinnovo del CCNL area Istruzione e Ricerca. Presenti per l’amministrazione i capi Dipartimento del Ministero dell’Istruzione, Jacopo Greco e Carmela Palumbo che hanno illustrato le tematiche che l’amministrazione intende affrontare nell’atto di indirizzo:
L’avvio della valutazione dei dirigenti scolastici e l’erogazione della retribuzione di risultato ad essa connessa;
il riordino della materia degli incarichi aggiuntivi obbligatori e facoltativi;
la retribuzione dei dirigenti scolastici in servizio all’estero;
il potenziamento del potere di delega di funzioni nel caso di assenze per brevi periodi dei dirigenti scolastici;
la revisione del sistema delle sanzioni disciplinari che attualmente manca di gradualità;
l’introduzione del lavoro agile per i dirigenti, visto anche il processo di trasformazione digitale di cui è investita tutta la pubblica amministrazione;
la trattazione del benessere organizzativo, problema evidenziato dal numero sempre crescente di dirigenti che rinunciano al ruolo.
Tutti questi punti erano inseriti nella memoria inviata da U.Di.S.I. al Ministero, ma dobbiamo registrare che non sono state trattate altre questioni di grande importanza per la categoria e che pure erano state già evidenziate nella memoria. Non si è parlato di interregionalità né di mobilità intercompartimentale, nonostante sia evidente il malessere di centinaia di dirigenti da anni lontani da casa a cui si sono recentemente aggiunti i neo dirigenti, che hanno visto disattese le speranze di essere assunti nelle regioni di residenza.
La Presidente Guadagni ”non mi meraviglia questo glissare sulle questioni a cui i dirigenti sono più sensibili, i soggetti che hanno creato il problema non possono essere gli stessi che lo risolvono, sono tutti coinvolti. I fatti parlano chiaro: nulla è stato fatto in questi anni e si è creata una “lista d’attesa” letteralmente infinita tanto che i dirigenti in esilio rischiano di tornare a casa solo per la pensione”