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RINNOVO CCNL AREA “ISTRUZIONE E RICERCA” quarto incontro all’ARAN
Si è tenuto il quarto incontro all’Aran per il rinnovo del CCNL Area Istruzione e Ricerca, ormai abbondantemente scaduto. Il presidente Naddeo ha prospettato la possibilità della firma al prossimo incontro previsto per il 13 marzo ma ben pochi passi avanti sono stati fatti per la categoria. Non si capisce come si possa andare verso la firma quando le questioni aperte sono ancora numerose e importanti; la categoria ormai è allo stremo vista anche la contemporanea attivazione dei progetti previsti dal DM 65/2023 e DM 66/2023 che si aggiungono agli altri progetti PNRR ancora in pieno svolgimento. L’unico risultato apprezzabile è rappresentato dal ripristino della retribuzione di parte variabile per i dirigenti scolastici all’estero.
PROBLEMI
La percentuale per la mobilità interregionale resta invariata, eventuali incrementi sono possibili solo in relazione alle esigenze organizzative dell’amministrazione regionale, inoltre la questione resta solo oggetto di confronto ma, come sappiamo bene, il confronto non è assolutamente vincolante per l’amministrazione. Tradotto in termini pratici è l’ennesimo flop sulla questione mobilità interregionale di coloro che avevano fatto tante promesse e ora si avviano tranquillamente alla firma. Questo si traduce nell’impossibilità di tornare al sud, la situazione è drammatica: pochi i posti disponibili che si ridurranno drasticamente per i dimensionamenti (che colpiscono maggiormente le regioni del sud) e per la quota riservata al concorso. Quota di posti magicamente comparsa anche laddove risultavano zero posti per la mobilità interregionale.
Ancora peggio per quanto riguarda il codice disciplinare, la cui revisione resta fondamentale, grave la previsione che collega il licenziamento alla semplice recidiva.
Mancano i necessari chiarimenti sulla procedura di valutazione dei dirigenti che rischia di diventare il solito carrozzone macchinoso a differenza del meccanismo snello e funzionale degli altri dirigenti di 2 fascia. Risulta veramente riduttiva,inoltre, la quota massima prevista per la retribuzione di risultato, per di più destinata solo al 20%.
Manca la definizione delle modalità di gestione dei riposi compensativi di cui c’è un gran bisogno visti i ritmi di lavoro a cui sono sottoposti i colleghi.
E’ necessario inserire la disciplina del rientro nel ruolo docente, viste le richieste dei colleghi.
C’è poco da stare allegri.